Stop al Rdc, Forum Terzo Settore: “Accanimento verso i più fragili”

Stop al Rdc, Forum Terzo Settore: “Accanimento verso i più fragili”

“Una sorta di accanimento”: così Roberto Speziale definisce la sospensione del Reddito di cittadinanza e, in particolare, il modo in cui questa è stata notificata e gestita. Speziale è coordinatore della Consulta Welfare del Forum Terzo Settore, organizzazione che fa parte dell’Alleanza contro la povertà in Italia e che con questa osserva con attenzione quanto sta accadendo dopo lo stop al Reddito di cittadinanza.

Dopo l’annuncio dell’Inps tramite Sms, la sospensione del Rdc è da qualche giorno un’amara realtà per centinaia di migliaia di persone: qual è l’impatto di questa notizia sugli enti del terzo settore? Che reazioni state registrando?
Si registra un diffuso sentimento di sconcerto e di stupore. Infatti, oltre al merito delle scelte con cui si è inteso modificare le precedenti previsioni, sulle quali non poche sono le perplessità, appare del tutto non condivisibile il metodo con il quale se ne è data comunicazione agli interessati. E’ come se ci fosse in atto una sorta di “accanimento terapeutico” nei confronti di coloro per i quali, a seguito del cambio delle precedenti previsioni normative, non è più prevista l’erogazione del reddito. In questo modo, si rischia di alimentare un forte stigma sociale proprio verso quelle fasce della popolazione che, per varie ragioni, vivono in condizioni sociali particolarmente problematiche, con il rischio di innescare tensioni e conflitti di cui tutti si farebbe volentieri a meno. Vivere una condizione di disagio o di povertà non può e non deve mai essere considerata una colpa e, per lo Stato, farsi carico, con spirito solidaristico, di coloro che sono in maggiori difficoltà è un dovere. Si ha la spiacevole sensazione, pur a fronte della dichiarata esigenza di voler riformare questa misura, che le scelte e le modalità messe in atto non abbiano per nulla tenuto conto che dietro tutto questo ci sono persone e famiglie, cittadine e cittadini con storie di reale disagio, di povertà, deprivazione ed emarginazione. Persone e famiglie che, a maggior ragione, dovrebbero essere trattate con tutta l’attenzione che meritano, a partire dal rispetto della loro dignità.

Chi sono i beneficiari che hanno visto sospendere il proprio RdC? Quali sono le “categorie” più a rischio? Quali le vostre principali preoccupazioni?
La revoca riguarda in particolare i precedenti percettori all’interno delle cui famiglie non vi è una persona fragile o con disabilità. Questi dovrebbero ora essere presi in carico dai servizi sociali dei Comuni, chiamati a trovare misure alternative. La domanda che sorge spontanea è: siamo sicuri che l’attuale sistema sia in grado di mettere in atto in tempi rapidi quanto previsto? Dalle dichiarazioni preoccupate dei Sindaci non sembra che sia così scontato. Non si sarebbe potuta prevedere una transizione dolce e progressiva, per evitare tutte le criticità che, da più parti, si stanno ora registrando?


Nel passaggio dal Rdc all’Adi, gli Ets divengono uno dei perni della misura di contrasto alla povertà. Pensate che abbiano gli strumenti necessari per esercitare questo ruolo? Se no, di cosa hanno bisogno per essere nelle condizioni di esercitarlo?
Il ruolo del Terzo Settore, nella funzione di sostegno ai più fragili, è sempre stato centrale e sempre lo sarà. Ma non si può pensare di scaricare sul Terzo settore tutto l’enorme carico del crescente disagio sociale, senza provvedere, di pari passo, a sostenerne le attività. Inoltre, è di fondamentale importanza, proprio perché il terzo settore sia nelle migliori condizioni per poter intervenire, che venga data compiuta e corretta attuazione alla riforma, anche per quanto riguarda gli istituti dell’amministrazione condivisa.

Quali potrebbero essere, nel futuro a breve e medio termine, le ricadute del passaggio da Rdc ad Adi sul lavoro degli Ets e soprattutto sui beneficiari dei servizi e dei progetti?
Al momento non credo che sia possibile ipotizzare quale possano essere le oggettive ricadute degli effetti della riforma sul terzo settore. Piuttosto, a preoccupare le sono le ricadute nella vita reale delle persone su cui impatta la riforma. Quel che è certo è che il terzo settore porrà in essere tutto quanto possibile per alleviarne gli effetti.
Quali azioni bisognerebbe mettere subito in campo, per limitare gli effetti negativi della sospensione del RdC per molte persone?
Il forum ha descritto in un ampio ed articolato documento la necessità di mettere in atto una riforma dell’attuale sistema di welfare. Solo in tal modo di potranno fornire risposte strutturale a vecchie e nuove criticità, senza lasciare indietro o da solo nessuno.

Leggi anche le preoccupazioni dei sindaci e degli assistenti sociali.

Qui la nota dell’Alleanza contro la povertà sulla sospensione del Rdc

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